L’arte della pseudonimia non ha soltanto il fascino del mistero e dell’eccitazione di scoprire chi si nasconde dietro quel libro, ma è anche un eccellente indicatore di modernità: perché oggi, nell’epoca della visibilità “democratica” per tutti, un autore dovrebbe rinunciare ad apparire (come ad esempio Ferrante?). Perchè rinunciare, cioè, a poter dire “Lei non sa chi sono io”? Quali sono le sfumature di significato che può assumere il gioco dell’identità, rispetto al passato?
Dal grande anticipatore Romain Gary, figura epica di affabulatore, Fernando Pessoa e i suoi eteronimi, fino ai nostri odierni “nickname”, quanto contano la vanità e il desiderio di apparire e quanto invece una identità “altra” può proteggerci dal bombardamento di stimoli e interferenze di ogni giorno, soprattutto se la nostra è una vita “esposta”?